Reddito di cittadinanza e lavoro nero: ecco lo sviluppo del Sud per il governo giallorosso. Provenzano: «Aiutare anche chi lavora in nero»

Il ministro del Sud sul Corriere della Sera propone aiuti per chi perde il lavoro nero

Non bastava il reddito di cittadinanza, ora anche le risorse a favore del lavoro nero. La bella idea, è chiaramente un eufemismo, è del ministro del Sud e della Coesione sociale, Giuseppe Provenzano che dalle colonne del Corriere della Sera, rilanciato addirittura nel titolo, propone: «Dovremo aiutare anche chi lavora in nero». Anzi rispondendo a Federico Fubini, una delle firme economiche di punta del quotidiano di via Solferino, che gli facevano notare come «molti al Sud lavorano in nero e stanno perdendo il loro reddito. Come si aiutano?», il ministro candidamente risponde: «Inutile nasconderselo, l’economia meridionale ha una vasta zona grigia di sommerso che ha riflessi anche sull’economia legale. E le misure che il governo ha messo in campo fin qui hanno privilegiato l’emerso, come era inevitabile. Ma se la crisi si prolunga dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero. Non basta la cassa integrazione in deroga per gli artigiani».

Provenzano si corregge: titolo non fotografa e deforma il pensiero. Come sempre i giornalisti sono cattivi

Sarebbe questo l’impegno del governo Conte per il rilancio del Sud e lo sviluppo del Mezzogiorno? Ad onor del vero il ministro ha cercato di rimediare nel pomeriggio, tirando in ballo la solita storia che il titolo dell’intervista «non fotografa un pensiero, purtroppo sempre più spesso lo deforma». Chissà come mai ogni qual volta un politico scivola sulla buccia di banana di un pensiero o di un ragionamento dal sen fuggito, se la si prende sempre con il giornalismo che «deforma». Non è questo il caso, caro ministro. Basta vedere titolo e risposta per rendersi conto che c’è una diretta conseguenzialità. Si rassegni Provenzano, l’ipotesi del sostegno al lavoro nero l’ha pensata e l’ha detta.

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Il teatro dell’assurdo: chi gestirà le domande per coloro che hanno perso il lavoro nero?

Quindi per il governo a firma M5S e Pd l’unica prospettiva per il Meridione o è quella di essere assistito dalle sovvenzioni statali oppure il ricorso al lavoro nero; che poi alla fine tanto nero non dovrà essere visto che viene stabilito anche l’intervento statale qualora dovesse essere perso. Viene da chiedersi, volendo continuare lungo questo sentiero delirante e anche un po’ mortificante per chi un lavoro onesto l’ha cercato, l’ha trovato e con abnegazione lo conserva, casomai avendo anche deciso di emigrare, come sarebbero gestite le domande di sussidio degli ex lavoranti in nero? Chi vi potrebbe accedere? Ci sarebbero delle fasce di reddito per accedere a questi contributi? E soprattutto in base a quali parametri o documenti (?) sarebbe accertato che si è avuto un lavoro in nero?

Governo Conte ennesimo incapace a risolvere problema Mezzogiorno

E’ evidente che sono domande assurde in risposta ad affermazioni a dir poco lunari, che confermano l’insipienza di questo governo verso il grave problema dello sviluppo del Mezzogiorno. Siamo dinanzi all’ennesimo Esecutivo che dimostra di non saper affrontare un tema talmente spinoso e complesso. E il piano di sviluppo del Sud presentato in pompa magna qualche mese fa è ormai uno sbiadito ricordo, anche se fin dal primo momento era sembrato improbabile quanto irrealistico.

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M5S istituzionalizza assistenzialismo con reddito di cittadinanza, Pd riconosce lavoro nero

Ma se il governo gialloverde aveva istituzionalizzato l’assistenzialismo attraverso il reddito di cittadinanza, in una sorta di ricompensa elettorale del M5S agli elettori del Sud che gli avevano tributato consensi enormi nelle elezioni politiche del 2018, il governo giallorosso ha fatto di peggio riconoscendo al lavoro nero una liceità tanto da prevedere forme di sostegno una volta perso.

Sud non ha bisogno di elemosina e compassione ma di classe dirigente per una visione di futuro

Già ci immaginiamo i giornali del Nord domani come tratteranno la notizia, con quella supponenza lombrosiana mista di superiorità e di disprezzo che in tante occasioni dimostrano quando si tratta di parlare di Sud. Ma è bene chiarirlo subito, il Mezzogiorno non ha bisogno nè di elemosine (reddito di cittadinanza) né di compassione (il lavoro nero è l’unica risorsa). Quello di cui ha disperata necessità è di una classe dirigente e politica adeguata a dare una visione e una prospettiva di sviluppo. Non sono oggi le risorse a mancare al Mezzogiorno, quanto piuttosto un orizzonte verso cui guardare e andare. Ma se sono politici come Provenzano a dover indicare la via, meglio voltare pagina e aspettare il prossimo giro.

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