Primo in Italia su 4mila specialisti, secondo in Europa su 25mila e quarto nel mondo su 65mila, Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli, è ai vertici internazionali della Ricerca nella cura del melanoma.
A «sentenziarlo», la classifica di Expertscape.com – sito americano, ideato da ricercatori dell’Università del North Carolina – stilata sulla base della produzione scientifica degli specialisti nei diversi settori della medicina, tenendo conto soprattutto delle pubblicazioni nell’ultimo decennio, della qualità della rivista e la posizione come autore all’interno dell’articolo. A chi scrive – e, probabilmente, neanche a chi legge – le polemiche strumentali e di maniera, non interessano per niente e, quindi, preferisco entrare immediatamente nel merito dell’intervista con l’oncologo sannita-napoletano. Anche perché a rispondere a quei ‘signori’, penserà la magistratura, da lui e dal Pascale, chiamata ad intervenire.
Se le chiedessi di fare un punto della situazione cosa mi direbbe?
«Ti direi che siamo in emergenza, ma che ci sono dei segnali che in questo momento ci fanno sperare che ci sia un trend in discesa, tuttavia è troppo presto per dire se è cominciata o meno la fase di rientro. Se fra 4 o 5 giorni questo andamento di discesa continuerà, potremo dire che le misure di contenimento stanno funzionando».
Come stanno i quattro estubati?
«I quattro estubati stanno bene, ovviamente per noi è un motivo di soddisfazione perché significa che la strada è quella giusta. La sperimentazione in corso è quella che ci dirà realmente se il farmaco funziona o no».
Come sta reggendo la struttura sanitaria regionale all’attacco del virus?
«In questo momento, anche se stiamo in emergenza, stiamo tenendo discretamente. Non ci sono, fortunatamente, le scene cui stiamo assistendo quotidianamente in Lombardia. E’ chiaro che il numero degli infettati e dei ricoverati è aumentato e abbiamo le strutture ospedaliere piene di pazienti, però, non siamo nella situazione della Lombardia».
Molti accusano la Campania di aver fatto pochi tamponi. Che ne pensa, servirebbe incrementarli?
«La Campania si è adeguata agli indirizzi che sono arrivati centralmente. Adesso sta incrementando opportunamente il numero di tamponi».
Comunque, stiamo pagando le conseguenze di quasi vent’anni di tagli alla sanità
«Che ti devo dire, preferisco non entrare in queste che sono polemiche politiche. Di sicuro dopo che sarà passata l’emergenza coronavirus (che sicuramente passerà!) i nostri politici dovranno prendere spunto da questa emergenza per pensare ad un sistema sanitario più forte e preparato».
So che sta collaborando alla realizzazione di un vaccino anti covid19. Cosa può dirci?
«In materia di ricerca, per ora stiamo sperimentando il Tocilizumab che è un farmaco che, nel momento dell’emergenza, serve proprio per provare a ridurla ovvero a far recuperare, nella maniera più veloce possibile i pazienti in terapia intensiva e soprattutto in subintensiva. Per quanto riguarda un possibile vaccino, c’è la Takis, azienda italiana con la quale collaboriamo da tempo per la creazione di vaccini con neoantigeni per il melanoma, che sta sviluppando un vaccino e ci ha detto di volerlo sperimentare con noi».
Quando pensa che possa essere pronto?
«Per la creazione di un vaccino ci vuole almeno un anno. Quindi non sarà pronto tanto presto. La sperimentazione partirà non prima di ottobre-novembre».
A suo parere le contraddizioni all’interno del governo, le contrapposizioni fra questo e le giunte regionali, e le intrusioni dei sindaci, hanno aiutato o piuttosto hanno aggiunto difficoltà a difficoltà?
«Senza polemiche, in momenti come questi, bisogna avere le «palle». Ma c’è qualcuno che ha dimostrato di averle e qualche altro no. E, per dirla alla Peppino De Filippo, «ho detto tutto».
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