Ennesimo annuncio su ‘Radio Londra’ di Conte. Scoppia la polemica e il Centrodestra chiede incontro a Mattarella. Iv: «No ai reality»

di Dario Caselli

La quarantena politica è finita. Ormai Conte si crede Churchill

La quarantena è davvero finita. Purtroppo, non quella sanitaria, ma quella politica. A far traboccare il vaso, l’annuncio di questa notte del presidente del Consiglio via Facebook dell’ulteriore serrata di servizi e imprese. L’ennesimo fatto agli italiani, senza alcun contradditorio, a notte fonda e direttamente ed esclusivamente dalla pagina Facebook del premier, che ha obbligato le tv a rilanciare il segnale sulle proprie reti.

Una cosa mai vista prima. E se questo non bastasse, si è dovuto attendere circa le 23.30, oltre un’ora dopo del previsto, perché il presidente del Consiglio si materializzasse davanti alla webcam. Inaccettabile da un premier che si atteggia sempre più a Churchill e che utilizza la comunicazione come se si trattasse di Radio Londra. Senza considerare, però, che nè lui è Churchill, nè i vari media italiani possono essere ridotti a una Radio Londra.

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Giorgia Meloni: comunicazione da regime totalitario. Ciriani e Lollobrigida scrivono ai presidenti Camera e Senato

Ecco che Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia parla di «intollerabili metodi di comunicazione da regime totalitario» attraverso «la pagina personale di Giuseppe Conte su Facebook, come se in Italia non esistessero le Istituzioni, la televisione di Stato e la stampa». Da qui la richiesta di una «convocazione immediata e ad oltranza del Parlamento. Basta smanie di protagonismo». E a sua volta i capigruppo di Camera e Senato di FdI hanno inviato una lettera ai presidenti Fico e Casellati per lamentare gli spazi ristretti per l’audizione in Parlamento del ministro dell’Economia, che non consentirebbero un «confronto approfondito», e per richiedere «ai nostri e a tutti i Gruppi parlamentari il pieno esercizio delle proprie funzioni con dei tempi congrui».

Matteo Salvini: centrodestra chiede incontro al Capo dello Stato

‘J’accuse’ a Conte anche da Matteo Salvini, che si rivolge al Capo dello Stato chiedendo la convocazione di «tutte le opposizioni unite, vogliamo dare il nostro contributo». «Vogliamo che il Parlamento riapra, continua Salvini, vogliamo certezze fiscali ed economiche, vogliamo subito mascherine e protezioni sanitarie per tutti gli uomini e le donne che sono in prima linea. Se non ci ascolta qualcuno al governo ci faremo ascoltare dal presidente della Repubblica. L’Italia ha bisogno di certezze».

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Annamaria Bernini (FI): Conte si presenti in Parlamento, deriva inaccettabile

Stessi toni anche da Forza Italia con il capogruppo al Senato, Annamaria Bernini, che punta il dito contro Conte colpevole di «spargere ulteriore ansia» e «seminando incertezza. Ora basta, il premier non può continuare a comportarsi come un dittatore di Roma antica che, invece di presentarsi in Parlamento, si rivolge direttamente al popolo. È una deriva inaccettabile».

Matteo Renzi: comunicazione istituzionale assomiglia a un reality

Ma è anche dalla stessa maggioranza che si alza la voce contro il premier. A dar fuoco alle polveri era stato già questa notte, appena spente le luci della webcam, il vicepresidente della Camera Ettore Rosato di Italia Viva: «Le decisioni del Governo si rispettano, sempre. Anche quella di stasera. Chiediamo però che la comunicazione istituzionale di Palazzo Chigi sia più rigorosa. Dirette Facebook a reti unificate, senza domande, hanno stancato. Questa è una drammatica epidemia, non il Grande Fratello».

Chiaro il riferimento a Casalino, portavoce di Conte, e vero stratega in queste settimane delle uscite del premier. E anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, punta il dito sulla comunicazione: «Evitiamo di seminare il panico e di avere una comunicazione istituzionale che assomiglia più a un reality che a una grande pandemia. Bisogna dare informazioni dopo avere il provvedimento, permettere alla stampa di fare domande e al Parlamento di riunirsi. E’ fondamentale, proprio perché la tensione è alta, che le istituzioni si facciano sentire».

Pd e M5S evitano di prendere posizione e ribadiscono fiducia nelle misure del governo

Chi invece non parla sono gli esponenti del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle sempre molto ciarlieri nella difesa delle prerogative del Parlamento, purchè queste incontrino i loro interessi. Infatti non si va oltre il sostegno alle misure del governo, con Orlando vicesegretario del Pd: «Il Pd sostiene le ulteriori misure del Governo che, per quanto drastiche, sono state assunte per combattere la diffusione del contagio» e con Vito Crimi, capo politico del M5S: «Una guerra contro un nemico invisibile richiede misure straordinarie». Ma sul resto è il silenzio.

Mattarella spegnerà la Radio Londra del premier?

Silenzio che, invece, molti si aspettano rompa il colle più alto, il Quirinale, sperando che Mattarella riesca, se non a spegnere Radio Londra, almeno a cambiare canale.

 

Setaro

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