«L’emergenza epidemiologica in Campania è ben controllata poiché a livello regionale esiste un coordinamento che funziona al meglio» è quanto affermato, nell’intervista al nostro giornale, da Mauro Muto, direttore sanitario dell’ospedale San Leonardo Castellammare di Stabia, a proposito dell’emergenza Coronavirus.
«Abbiamo organizzato, presso la nostra struttura, il pre-triage – ha spiegato il direttore Muto – e l’abbiamo fatto perché in questo modo è possibile distinguere i pazienti, in base ai sintomi, e nel caso, fargli il tampone per il Covid-19 in attesa delle canoniche 24 ore per ricevere il responso». Pre-triage, che il direttore del nosocomio stabiese, aveva proposto di allestire un mese fa e che è stato possibile realizzare grazie alla collaborazione «della protezione civile regionale e del sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino». «All’interno delle tende – ha evidenziato Muto – abbiamo una rianimazione in miniatura con defibrillatori, ecocardiografo e altri dispositivi». «Grazie a questo presidio siamo pronti a far fronte ad un eventuale emergenza, che si spera di non avere. Inoltre, permette, nel caso di arrivo di un paziente affetto da Coronavirus, di non rischiare di dover chiudere tutto il pronto soccorso» sottolinea. Intanto ieri pomeriggio l’Asl Napoli 3 Sud, a firma del direttore sanitario, dottor Fernando Siani, ha stabilito che il presidio di Boscotrecase è stato individuato come ospedale di riferimento per i pazienti contagiati e/o con sospetto di contagio da Covid-19.
Coronavirus, Muto: «Speriamo che il Tocilizumab dia risultati efficaci contro il virus»
Il direttore sanitario del San Leonardo, ha anche espresso la speranza che il medicinale Tocilizumab, che al momento si sta dimostrato utile a bloccare le complicanze respiratorie causate dal virus, possa portare risultati positivi nella ricerca di un medicinale utile a curare il Covid-19. Muto ha poi sottolineato come nell’ospedale stabiese, che ha toccato punte di accessi al pronto soccorso altissime «negli ultimi giorni, queste sono calate del 40%». Un calo che fà riflettere, tenendo conto che prima dell’emergenza «numerose persone si ci recavano anche solo per misurare la pressione. Ora invece arrivano solamente pazienti che hanno bisogno di assistenza di secondo o terzo livello».
Quindi, secondo il direttore Muto «è necessario riorganizzare la rete territoriale di assistenza. Il collasso dei pronto soccorso è causato, in particolar modo, dalle persone che potrebbero farne a meno. Tanta gente potrebbe recarsi, invece, da specialisti ambulatoriali Anche se si può capire la loro preferenza per i nosocomi poiché qui è possibile fare tutti gli accertamenti in maniera gratuita e veloce, nonché le terapie di cui ha bisogno».
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