Farmacisti in prima fila contro il Coronavirus, ma senza difese. Urgono dispositivi di protezione altrimenti l’attività a porte chiuse

di Marta Schifone

In parallelo ai medici ed agli altri operatori della salute, la farmacia svolge da sempre funzione di presidio e di riferimento nel panorama del servizio sanitario. In questo momento, in cui il paese è sotto attacco, si sono fermate scuole, atenei, attività sportive e commerciali. Si è fermata l’Italia ma le farmacie no, perché il diritto alla salute non può fermarsi, non si ferma mai. E noi con orgoglio tenacia e passione siamo in prima linea nel fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus.

Nell’emergenza Coronavirus, scarsa attenzione del Governo verso la categoria

Devo però constatare che ci troviamo in una situazione di forte necessità, la categoria, per bocca anche dei suoi più alti rappresentanti, lamenta una scarsissima attenzione del Governo e delle autorità preposte alla nostra protezione e tutela, lasciando esposta la categoria al rischio continuo di contagiarsi e di contagiare.

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Il presidente nazionale di Federfarma Marco Cossolo, in una lettera indirizzata al ministro della salute Speranza, ha parlato di ‘esigenza ineludibile’ quella di dotare tutti i farmacisti italiani di DPI, dispositivi di protezione personale. Quindi è una urgenza l’attivazione di canali di distribuzione dedicati all’approvvigionamento di mascherine FFP2 E FFP3. In alternativa non resta che svolgere l’attività a battenti chiusi.

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