Checché ne dicano, anzi, ne tacciano, il premier Conte, i ministri dell’economia Gualtieri e quello per il Sud Provenzano, ormai siamo in piena recessione. Stando alle statistiche ufficiali, infatti, non si può certo dire che la situazione economica dell’Italia sia delle più brillanti. Eppure, hanno pensato d’inventarsi un altro ‘Piano per il Sud‘ da 100miliardi. Purtroppo, siamo alla vigilia di un turno elettorale che non possono permettersi di perdere, soprattutto al Sud, dove hanno le loro ultime roccaforti. Dimenticano, però, che i meridionali sanno che non è il primo ma, l’ennesimo ‘piano’. Dal 2000 al 2017 da Berlusconi a Monti, da Letta a Renzi e a Gentiloni, ne sono stati presentati 5, per un totale attorno ai 500miliardi ma tutti irrealizzati. Eppure stando al rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, negli stessi 17 anni, il Centro-nord ha sottratto al Sud circa 840 miliardi ovvero 46,7 miliardi all’anno. Temo – anche sperando il contrario – che sarà così anche stavolta. E c’è chi ci crede e gongola!
Quell’araba fenice della nostra democrazia
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Né la situazione, è migliore se si parla dello stato della nostra democrazia, che sembra una sorta di araba fenice – «che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa» – per una sinistra che quando non riesce a battere gli avversari alle urne, cerca di farlo per via giudiziaria. Tant’è che si sono inventati anche la retroattività della norma, per punire i ‘reprobi’. Lo hanno fatto ‘ieri’ – e forse non è finita – con Berlusconi, ci riprovano con Salvini, infischiandosene che gli italiani sono con lui e non con loro. E il cdm ha anche detto ‘si’, alla riforma del codice penale e alla cancellazione della prescrizione.
Il che – in un Paese che, anche alla luce dei dati di dicembre 2019, ufficializzati dall’Istat, economicamente parlando, sta messo peggio del 2013 – rappresenta una grossa cappa sul futuro. La produzione industriale ha subito un vero tracrollo -1,3% su base annua; -2,7% su base mensile e -4,7% in termini tendenziali. E’ la prima contrazione dal 2014 e il calo più pesante dal 2013. Peggio di tutti i comparti: l’automobilistico, -13,9% e della plastica –7,5% rispetto al 2018. Di conseguenza, la Commissione europea ha tagliato le stime di crescita dell’Italia nel 2020 dal +0,5 al +0,3, prevedendone una ripresa nel 2021 +0,7. Sempre che siano disattivate le clausole di salvaguardia Iva. L’aumento, infatti, ridurrebbe la crescita tra lo 0,4 o 0,6%.
Il Sud, ridotto a casa di riposo per anziani
Di fronte a tutto ciò, cosa fa il governo giallorossorosa – nato, come noto all’Universo mondo e non solo all’Italia, proprio per evitarne lo sblocco ed abbassare le tasse – e l’ineffabile ministro dell’economia Gualtieri? Incuranti che le aziende italiane con una pressione fiscale del 60% (48 nel 2017) siano già le più tartassate d’Europa e le nuove norme contro l’evasione fiscale e la Spazzacorrotti blocchino gli appalti, facendo crescere le aste per i fallimenti del 25%, stanno mettendo a punto l’ennesima stangata. Con la ‘rimodulazione’ – che nel dizionario demogrillino è sinonimo di ‘aumento’ – dell’Iva e del taglio delle pensioni. Provvedendo, inoltre, attraverso il ‘milleproroghe’, a ‘rimodulare’ – sempre nel senso di cui sopra – la legge di bilancio approvata a dicembre, tassando alberghi e ristoranti, in maniera da distruggere anche il turismo, uno dei pochi comparti, contrassegnati dal segno ‘più’.
Poi hanno deciso – sempre in nome delle ‘sacrosanta’ lotta all’evasione fiscale – di infiltrarci telefoni e pc, con il virus trojan, affidando il compito di farlo ad aziende esterne, praticamente mettendo la nostra privacy in mano a privati e a rischio manipolazione. Perché, un processo di così grande importanza per la Giustizia e la vita dei cittadini, è stato affidato ai privati e non allo Stato? «Ai posteri l’ardua (ma non troppo) sentenza».
Il combinato disposto di tutto ciò, blocca gli investimenti e fa scappare le aziende che non si fidano di uno Stato di polizia che continua a cambiare le regole del gioco a partita in corso. L’Italia si è trasformata in un Paese senza futuro, i giovani si ritrovano senza prospettive e la natalità crolla. Secondo l’Istat il 2019 è stato l’anno più ‘sterile’ dal 1918 con appena 435mila nati (-116mila sul 2018). E la situazione si presenta ancora peggiore per il Sud che tra giovani che scappano e nascite che crollano, sta diventando una casa di riposo per anziani. Altro che ‘Piano per il Sud’!
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