Il fondatore del M5S: «Spesso crediamo a idee false»
«Spesso crediamo a idee false. Sappiamo un po’ che sono false. Ma pensiamo che dovrebbero essere vere. Tutti. Siamo fatti così». È l’incipit del blog di Beppe Grillo, che ha scritto un post scriptum altrettanto lapidario: «Anche persone che pensiamo siano vere sono false».
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«Ero in una farmacia. Entra una signora. Compra un flaconcino di crema anti-vecchiaia-emolliente-idratante-nutriente-rassodante. 70 euro. 1400 euro al litro. Se si può credere che esista una crema anti-vecchiaia e comprarla a 1400 euro al litro, allora si può credere a tutto. Anche alla Terra Piatta», racconta.
«Queste credenze in prodotti miracolosi le abbiamo tutti. Anche noi uomini, quando crediamo che ci diano la felicità certe automobili da 1000 cavalli e 300 km/h, con le quali giriamo in città a 40 km/h. Allora è meglio credere nella crema anti-vecchiaia. Almeno non brucia benzina» – aggiunge Grillo – «e cosa facciamo tutti quando avanza mezza bottiglia di spumante? Tutti col cucchiaino… (la leggenda metropolitana del cucchiaino nello spumante). Sappiamo che non serve. Ma facciamo finta di crederci. In ognuno di noi c’è un piccolo terrapiattista».
La ragazza e il panino vegano
«Sono in un bar. Una ragazza dice: “Vorrei un panino vegano, senza glutine, senza lattosio, senza olio di palma, senza tracce di arachidi, con farina macinata a pietra… E con l’Aloe. Ma voglio l’Aloe vera.” In Italia l’Aloe Vera è contenuta in migliaia di prodotti: i rasoi e la schiuma da barba, i detersivi, le crocchette per i gatti, la colla per le dentiere, nei chewing-gum. E tutti ci caschiamo. In questi prodotti non serve assolutamente a niente, se non ad alzarne il prezzo. Da secoli l’Aloe Vera è usata per alcune probabili proprietà terapeutiche. Ma è usata come medicina e cosmetico. Non come strumento di marketing. Nel marketing dell’Aloe Vera la parola chiave è “Vera”. Se una cosa è “Vera” già nel nome, la sua efficacia non può essere falsa. Elementare. La credenza all’Aloe è falsa. Ma l’Aloe è “Vera”. Eppure ci crediamo un po’ tutti a queste cose. Ognuno, in fondo in fondo, crede a quella “terrapiattina” che ha dentro».
«Ma se questa Aloe è vera, dov’è quella falsa? Ho cercato in Google. Non c’è. Allora basterebbe che l’Aloe si chiamasse Aloe. Senza “Vera”. Te la mettono nel culo due volte. Prima la pianta, poi la parola. Fra poco sui prodotti esclusivi scriveranno “Senza Aloe Vera”», conclude con il suo secondo esempio.