Truffa sui buoni pasto per lo Stato: gli ex vertici Edenred rischiano il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone dopo la chiusura dell’indagine che vede coinvolti gli ex vertici della società specializzata in buoni pasto e ticket Edenred Italia. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Carlo Villani, si procede per truffa aggravata e turbativa d’asta.

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In particolare secondo l’accusa, a due ex amministratori delegati e rappresentanti legali di Edenred Italia viene contestato di aver fatto «sottoscrivere agli esercizi commerciali convenzionati accordi paralleli rispetto a quelli previsti dalla gara, volti ad alterare il rapporto di equivalenza fra ribasso e commissione dichiarato in sede di offerta, violando così il divieto di ‘retrocessione’ il cui rispetto era previsto dal bando di gara (determinando l’indebita restituzione agli esercizi commerciali di una quota percentuale della ‘commissione’ dovuta)».

L’accusa di turbativa

L’accusa di turbativa riguarda quattro lotti: oltre al lotto 7 relativo al Lazio ci sono anche il lotto 8 Marche, Abruzzo, Molise e Umbria, il lotto 9 Campania e il lotto 12 Sicilia. Insieme ai due ex ad della società a rischiare il processo, con l’accusa di truffa aggravata, ci sono anche un ex presidente del Cda e un altro ex amministratore delegato.

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La tesi della Procura

Secondo la procura «con artifizi e raggiri consistiti nel dichiarare falsamente, in sede di presentazione e valutazione delle offerte di gara, l’equivalenza, in realtà insussistente, tra il ‘ribasso’ e la ‘commissione’», «nel far sottoscrivere agli esercizi commerciali convenzionati, nella fase di aggiudicazione provvisoria, accordi paralleli rispetto a quelli previsti dalla gara, volti ad alterare il rapporto di equivalenza fra ribasso e commissione dichiarato in sede di offerta», «nel violare, in fase di esecuzione dell’appalto e per effetto dei citati accordi paralleli stipulati con gli esercizi commerciali convenzionati, il divieto di ‘retrocessione’, il cui rispetto era previsto dal bando di gara, determinando un meccanismo automatico di indebita restituzione agli esercizi commerciali di una quota percentuale della ‘commissione’ dovuta, in violazione dell’impegno assunto in sede di offerta», avrebbero indotto in errore la stazione appaltante che aggiudicava le gare».

Nell’inchiesta è coinvolta anche la società e lo scorso febbraio il gip aveva disposto un sequestro per oltre 20 milioni di euro. L’inchiesta è partita dalla denuncia presentata da un’altra società che opera nell’emissione di buoni pasto in cui chiedeva agli inquirenti di svolgere accertamenti sia sulla gara bandita per l’aggiudicazione del Lotto/ 7- Lazio sia sulla verifica di tutte le gare per le «convenzioni buono pasto», cui aveva partecipato Edenred Italia srl.

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